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"A Madonn da Rucctedd"

Aggiornamento: 22 mag

Il tragico destino di una ragazza protagonista della religiosità popolare grassanese



Negli anni '50 del secolo scorso, con il ritorno dei frati francescani nel Convento, furono ripristinate le feste di Sant’Antonio e San Vito e allo stesso modo anche le feste del Corpus Domini e dell’Annunciazione “A Madonn da Rucctedd” (in Chiesa Madre), così chiamata dal nome di Rocco Grassano che nel 1816 fece venire la statua della Vergine Annunziata, di sua proprietà [1], a seguito dell'edificazione dell'altare dedicato.


Tale denominazione, inizialmente riferita al precitato devoto, si è trasmessa nel corso dei decenni ad alcuni ceppi delle famiglie grassanesi (Bolettieri ad esempio), nonché agli organizzatori della festa, diventandone il soprannome di famiglia: “i Rucctidd”.


I festeggiamenti religiosi e civili si tenevano il 24 e 25 aprile, quest’ultima data dedicata alla Madonna, portata in processione nelle “vie processionali”; veniva allestita anche la cassa armonica per la banda e i fuochi pirotecnici la sera concludevano la festa che si svolgeva in Piazza Purgatorio e per tutto Corso Umberto I.

Oltre alle oblazioni popolari e alla raccolta fondi nelle famiglie, veniva organizzata anche una lotteria a sostengo della festa. Infatti, l'organizzazione di quest'ultima è un vivo ricordo della sig.ra Teresa Marcosano ved. Mattia, che nel 1953 vinse degli orecchini e un laccetto in oro grazie all'acquisto del biglietto vincente da parte di suo marito (al tempo fidanzato).

La consegna dei doni ai vincitori veniva fatta dagli organizzatori della festa accompagnati dai "sagta purc" (termine che indicava i piccoli complessi musicali).


Tra i tanti organizzatori della festa c’era anche l’allora ragazzino Domenico Mercadante (attuale collaboratore parrocchiale) con suo padre e il defunto Domenico Dartizo; questi, tempo fa, fu intervistato dal parroco del Convento don Giovanni Grassani, che si ringrazia per la seguente intervista.


"Domenico Dartizio si è occupato della festa dell’Annunziata che organizzava come procuratore della festa, facendo la raccolta dei fondi nelle famiglie.

Questa festa era stata istituita da un muratore prima di lui, il quale aveva lavorato alla facciata della chiesa Madre e tra i manovali c’era sua figlia. Un giorno l’impalcatura cedette e sua figlia ne rimase vittima.

Il muratore (di cui non viene riportato né il nome né il cognome di famiglia nell'intervista) decise di donare alla chiesa tutto il corredo preparato per la figlia e con i soldi ricavati dalla vendita di questo corredo, fu costruita una nicchia [all’interno della chiesa] e fu anche acquistata una statua, quella dell’Annunciazione poiché la figlia si chiamava Annunziata.

La festa si è svolta per decenni dopo la morte del padre della ragazza e Domenico aveva gestito l’organizzazione della festa negli ultimi anni.

A causa delle difficoltà e delle incomprensioni incontrate con l’arciprete don Pasquale De Santis, il quale nutriva dissapori con i frati francescani del Convento e chiedeva offerte sempre più esagerate per la processione, la festa dell’Annunziata non è stata più celebrata, poiché Domenico (l’intervistato) non l’ha più organizzata.

Secondo il calendario liturgico dell’epoca, la festa dell’Annunziata ricadeva nel giorno 25 del mese di aprile".


A seguito della demolizione della chiesa del Purgatorio, la Vergine Annunziata fu sostituita con San Pietro: da allora la statua è stata conservata per circa 60 anni, assieme alle altre effigi sacre che ebbero lo stesso destino, nei depositi parrocchiali.

Dai lineamenti giovanili e di piccole dimensioni, probabilmente realizzata secondo le reali sembianze della ragazza protagonista di questa storia, la statua presenta un'iscrizone sulla base "[Scultura] degli eredi di Rocco Grassano" a conferma della sua originale collocazione (vedere immagine dicitura altare marmoreo).


Seconda sulla sinistra (guardando dall’ingresso principale), la ex edicola della Vergine, sormontata dal monogramma mariano, è l’unica che non presenta stucchi tipici dell’età barocca e il suo altare marmoreo è stato ricostruito nel 1956 dalla procura e a devozione dei fedeli [2], confermando il ripristino delle celebrazioni civili e religiose in quel periodo.


Pertanto, questa antica iniziativa familiare, risalente agli inizi dell ‘800 e ripristinata negli anni ’50 del secolo scorso, ha avuto una grande importanza sul piano religioso-tradizionale, la cui fine, per i motivi sopraccitati, generò grandi controversie tra i sostenitori e il suddetto parroco, segnando l’inizio di un tempo caratterizzato dal disfacimento indiscriminato di alcune tradizioni popolari legate al culto dei santi.


L'obiettivo dell'attuale parroco, don Pino Daraio, è sensibilizzare il restauro di quest'opera, che assieme alle altre già restaurare e programmate per il recupero, contribuirebbe ad una maggior valorizzazione del patrimonio religioso-culturale grassanese.

Per tale progetto è necessario un notevole sforzo economico che attualmente la parrocchia non può sostenere.


Chi vuole può fare una donazione all'IBAN della parrocchia: IT50F0306980471074572400561


RIFERIMENTI

[1] DOMENICO BOLETTIERI - Grassano, ieri - Grafiche Paternoster Matera, 1987.

[2] Iscrizione riportata sull’altare marmoreo della Vergine Annunziata, oggi altare di San Pietro.


Per i contenuti si ringrazia don Giovanni Grassani, Gabriella Gentile, il sig. Domenico Mercadante e la sig.ra Teresa Marcosano.

Testo e ricostruzioni a cura di Matteo Mattia


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